Lo spirito del Sutra del Loto sta alla base delle idee e delle attività di Makiguchi. Esso comprende tre punti fondamentali che potremmo chiamare: verificabilità, praticità e compassione.
1) Verificabilità
Quali sono stati gli insegnamenti del Sutra del Loto che colpirono Makiguchi? Possiamo farcene un’idea leggendo un brano tratto dal secondo volume dellaPedagogia per la creazione di valore: «I princìpi scientifici in cui crediamo sono deduzioni ricavate dall’integrazione di fatti osservati, verificate poi attraverso l’applicazione a situazioni concrete. Accanto alle prove scientifiche dell’analisi razionale e della verifica sperimentale, il Sutra del Loto aggiunge una terza prova, quella documentaria basata sui sutra. Sono questi i tre tipi di prove che occorrono per discutere esaurientemente la Legge»8.
In questa asserzione emerge la connessione che, nella ricerca di razionalità e verificabilità, sussiste tra lo spirito del Sutra del Loto e quello scientifico.
I tre punti proposti qui da Makiguchi, cioè la prova teorica, la prova documentaria e la prova concreta, sono gli stessi enunciati da Nichiren Daishonin come criteri di valutazione delle religioni. “Ragione” significa dimostrare attraverso argomentazioni logiche, “prova documentaria” indica la capacità di sostenere tali argomentazioni con dei testi scritti e “verificabilità” indica la manifestazione di risultati concreti. «Nel giudicare i meriti relativi delle dottrine buddiste – scrive il Daishonin – io Nichiren ritengo che i migliori criteri siano quelli della ragione e della prova documentaria. E, ancor più importante della prova teorica e di quella documentaria, vi è la prova concreta dei fatti»9.
La più importante è quindi la prova concreta ed è su di essa che Makiguchi concentrò particolarmente la sua attenzione. Infatti, per dimostrare la validità dei metodi educativi proposti nella Pedagogia per la creazione di valore, costituì, nell’autunno del 1936, un gruppo di insegnanti che avrebbero dovuto verificare sperimentalmente i princìpi del suo sistema. In seguito organizzò degli incontri, che chiamava “riunioni per discutere esperienze di vita innovativa” e “di una vita di valore”, per offrire l’opportunità ai partecipanti di condividere le proprie esperienze di fede.
Il grande rispetto che Makiguchi nutriva per la “prova concreta” – sia in ambito religioso sia in quello educativo – era la naturale conseguenza della sua fede buddista. Ma, nello stesso tempo, questa prospettiva era particolarmente congeniale al suo spirito di ricerca, che aborriva le teorizzazioni astratte e andava continuamente alla ricerca di metodi educativi che si rivelassero veramente efficaci.
Naturalmente “la prova dei fatti” include sia gli effetti positivi sia quelli negativi che raccogliamo nel corso dell’esistenza. Lo stesso Nichiren Daishonin, che mise in luce la verità del Sutra del Loto anche attraverso la confutazione di altre dottrine, accanto alla prova teorica e documentaria utilizzò ampiamente anche la prova concreta. Le conseguenze di abbracciare e praticare il Sutra del Loto oppure di offenderlo sono citate nel sutra stesso. I brani sono così numerosi che è impossibile citarli tutti; per esempio nel terzo capitolo, Parabola, troviamo:
Se una persona non ha fede
ma invece offende questo sutra
distruggerà immediatamente i semi
per diventare Budda in questo mondo10.
E ancora:
Se questa persona...
vedendo coloro che leggono, recitano,
copiano e abbracciano questo sutra
dovesse disprezzarli, odiarli, invidiarli
o serbare loro rancore
al termine della sua vita
cadrà nell’Inferno Avichi 11.
e il capitolo Dharani, il ventiseiesimo, afferma:
Coloro i quali non presteranno ascolto alle nostre parole
e disturberanno o interromperanno quelli che predicano la Legge,
avranno la testa spaccata in sette pezzi
come i rami dell’albero di arjaka12.
La particolare importanza attribuita da Makiguchi alla prova concreta è stata tramandata nella Soka Gakkai dai suoi successori, e costituisce una sorgente di vitalità per tutti i membri che basano la loro fede sull’esperienza diretta.
Il clima spirituale giapponese è tale per cui spesso una religione che parla di benefici concreti, reali, viene considerata rozza e superficiale. Questo atteggiamento deriva dal concepire la religione solo in modo istituzionale e staccato dalla realtà.
2) Praticità
L’importanza attribuita da Makiguchi al senso pratico, si ricollega alla necessità di verifica citata in precedenza. Bisogna anche considerare il suo disprezzo per il “sapere delle torri d’avorio”.
Alla quinta assemblea generale della Soka Kyoiku Gakkai, (22 novembre 1942), egli tenne un discorso sul tema “I devoti, i credenti e gli studiosi del Sutra del Loto e il metodo per studiarlo”, nel quale spiegò che, fra coloro che credono nel Buddismo di Nichiren Daishonin, bisogna distinguere tra “devoti” e “credenti”: i veri devoti sono coloro che, facendo proprio lo spirito del Bodhisattva, praticano per se stessi e per gli altri. Con questo egli intendeva dire che un vero buddista è non solo chi pratica per ottenere benefici personali, ma chi si sforza anche di far conoscere l’insegnamento agli altri.
Citando l’affermazione di Nichiren Daishonin: «Se lo propagate i demoni sorgeranno certamente. Se così non fosse non ci sarebbe modo di sapere che questo è il vero insegnamento»13, egli voleva sottolineare che, poiché i demoni sorgono naturalmente quando si diffonde il Buddismo agendo come bodhisattva, «possiamo distinguere tra devoti e semplici credenti in base al fatto che sorgano o meno forze malvagie che li contrastino»14. Questa frase costituisce una severa critica ai preti della Nichiren Shoshu e ai seguaci della organizzazione laica a loro associata, l’Hokkeko. D’altro canto essa ci offre una chiara immagine dell’atteggiamento del primo presidente, che portava avanti la sua fede senza paura di repressioni e lottando costantemente per essere fedele agli insegnamenti di Nichiren Daishonin.
Lo spirito di Makiguchi si accorda con quello di Nichiren, che lesse il Sutra del Loto alla luce delle sue esperienze di vita: «Gli altri leggono il Sutra del Loto solo con la bocca, leggono solo le parole, ma non lo leggono con ilcuore. Anche se lo leggono con il cuore, non lo leggono con il corpo. Veramente lodevole è leggerlo sia con il corpo sia con la mente»15.
Più volte il Daishonin dichiarò che i seguaci del Sutra del Loto dovranno incontrare difficoltà: egli stesso si considerava il devoto del Sutra proprio per il fatto di averle personalmente incontrate esattamente come il Sutra predice. «Poiché ho subìto queste grandi persecuzioni in quanto devoto del Sutra del Loto, non me ne rammarico. Nessuna esistenza potrebbe essere più fortunata di questa, per quanto possa ripetere numerose volte il ciclo di nascita e morte. [Senza queste persecuzioni] sarei potuto rimanere nei tre o quattro cattivi sentieri, ma adesso, con mia grande gioia, sono certo di spezzare il ciclo delle sofferenze di nascita e morte e ottenere il frutto della Buddità.»16. Il Daishonin spiegò che le persecuzioni erano inevitabili anche per i suoi discepoli, e in una lettera spinse il discepolo Shijo Kingo a essere pronto ad affrontarle con coraggio: «Molti vengono a conoscenza di questo sutra e lo accettano ma, quando sorgono grandi ostacoli, proprio come gli era stato annunciato che sarebbe accaduto, pochi lo ricordano e lo tengono bene in mente. Accettare è facile, continuare è difficile.Ma la Buddità si trova nel mantenere la fede. Colui che abbraccia questo sutra dovrebbe essere pronto a incontrare difficoltà.»17.
È in base a tali letture che Makiguchi interpretò la sua persecuzione, quando fu incarcerato dalle autorità militari, come testimonia una lettera che scrisse alla famiglia: «Questo è niente in confronto alle sofferenze sopportate da Nichiren Daishonin a Sado. È il mio karma passato che sta venendo a galla, esattamente come è scritto nel Sutra e negli insegnamenti di Nichiren Daishonin»18. E ancora: «Sono sorpreso io stesso di aver scritto Una teoria del valore, qualcosa che molti studiosi avrebbero voluto scrivere, ma che nessuno è riuscito a elaborare negli ultimi cento anni. Ancor più mi sorprende che, in conseguenza di questa teoria, molte persone hanno preso fede nel Sutra del Loto e migliaia di esseri umani hanno potuto sperimentarne una prova concreta»19.
I preti delle altre scuole, temendo persecuzioni e sopraffazioni, cercarono di ingraziarsi le autorità militari, anche a costo di compromettersi, accettando i talismani shintoisti. Makiguchi, invece, determinato a rimanere fedele al Sutra del Loto e agli insegnamenti di Nichiren, rifiutò sempre questi compromessi, anche a rischio della sua stessa vita.
Il suo atteggiamento nei confronti delle persecuzioni riflette la grande importanza che egli attribuiva all’“esperienza concreta basata sulla Legge”. Anche il proposito di “vivere con grande valore” riflette l’idea di una “vita vissuta in accordo con la Legge”, in altre parole la legge della vita: «Si potrebbe pensare che vivere con grande valore significhi vivere secondo un’etica fuori dal comune, difficilissima da realizzare dai normali esseri umani. Ma ciò che intendo, invece, è vivere secondo la legge della vita e cioè rispettare gli ultimi insegnamenti del Budda, che ci chiede di smettere di dipendere sempre dalle persone invece che dalla Legge universale. Fino a quando Shakyamuni non diede questa indicazione, la saggezza tradizionale prescriveva alle persone di obbedire incondizionatamente alle parole dei superiori, che si trattasse del rapporto tra sovrano e sudditi, tra genitori e figli, marito e moglie, padrone e servitori oppure maestro e discepolo»20. “Vivere con grande valore” significa dunque porre le cause per un’esistenza felice attraverso una pratica corretta della Legge, cioè praticando il Buddismo per sé e per gli altri. La frase del Sutra del Nirvana «Dipendi dalla Legge e non dalla persona» veniva spesso citata da Nichiren Daishonin e costituiva uno dei capisaldi del suo insegnamento.
3) Compassione
Makiguchi comprese profondamente come il Sutra del Loto incarnasse la grande compassione del Budda. Chang-an, sesto patriarca della scuola T’ien-t’ai, affermava che «Se uno è amico di una persona, ma manca della compassione di correggerla, in realtà è un suo nemico.» e «Chi la libera dal male sta agendo come un genitorese uno è amico di una persona, ma manca della compassione di correggerla, è in effetti suo nemico» e «colui che mette in grado il calunniatore di liberarsi dal male agisce verso di lui come un genitore.»21. Makiguchi considerava la prima frase un esempio del “vivere con un piccolo valore” e la seconda del “vivere con grande valore”.
Ciò che intendeva è che, siccome «il male in un bambino rimarrà finché non viene eliminato» è importante «assumere come principio di vita il grande spirito di compassione paterna e materna del Sutra del Loto» e affrontare l’impresa educativa con una mente veramente piena di compassione22. Questa affermazione viene motivata anche nei Lineamenti, dove egli afferma: «Sono giunto al punto di poter dichiarare che i fondamenti di un metodo pedagogico per la creazione valore vanno ricercati nell’essenza del Sutra del Loto».
I bambini ai tempi di Makiguchi, come peraltro anche i bambini di oggi, pativano le conseguenze di un ambiente educativo inadeguato, incontrando poi difficoltà a trovare lavoro, a essere ammessi a scuole o università e soffrendo le pene dell’inferno in occasione degli esami. Deve essere stata questa la ragione per cui Makiguchi, che perseguiva lo scopo di condurre tutti gli allievi alla felicità, si convinse che la prima cosa da realizzare in assoluto era la riforma educativa. In un passaggio del capitolo Espedienti (il secondo) del Sutra del Loto si legge:
Ho fatto un voto,
sperando di rendere tutte le persone uguali a me,
senza alcuna distinzione tra noi23.
Ciò sta a significare che lo scopo dell’apparizione del Budda in questo mondo è far sì che tutti gli esseri viventi possano ottenere l’Illuminazione. Senza questo presupposto essenziale non esisterebbe alcuna compassione del Budda, quella stessa compassione che secondo Makiguchi doveva costituire una parte fondamentale della sua pedagogia per la creazione di valore. Proprio la compassione di un genitore che si adopera per la felicità di tutti i suoi figli costituiva l’essenza della sua pedagogia.
Wednesday, December 3, 2014
Tuesday, December 2, 2014
Programma di Dicembre
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Gruppo Cuor di Leone
Zona Affori/Bruzzano (MI)
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Settore: Cuori ruggenti - Capitolo:
Alba - Ombu: Arcobaleno - Territorio: Lombardia
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DICEMBRE 2014
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DOM
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LUN
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MAR
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MER
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GIO
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VEN
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SAB
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1
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2
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3
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4
19.30-21.30
Zadankai 1
Cuor di
Leone
FC/DBD
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5
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6
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7
10.00-11.00
Recita Gruppo +
Preparazione
Zadankai DBD*
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8
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9
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10
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11
19.30-21.30
Zadankai 2
Cuor di Leone
FC/DBD
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12
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13
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14
10.00-11.00
Recita Gruppo
DBD*
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15
20-21.30
Studio
Gosho
KAI *
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16
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17
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18
19.30-21.30
Studio Gosho
AP*
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19
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20
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21
10.00-11.00
Recita Gruppo
DBD*
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22
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23
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24
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25
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26
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27
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28
10.00-11.00
Recita Gruppo
DBD*
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29
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30
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31
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1
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2
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3
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Tema
Zadankai 1: La prova concreta
Tema
Zadankai 2: L’importanza degli obiettivi nella pratica.
Tema
Studio del mese:
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Gruppo:
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FC = Fabrizio Cecchini
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335 1341063
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Capitolo:
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Pia Pettinicchio
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334 9599701
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Settore:
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Enzo Buzzanca
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339 1682998
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DBD = Daniele D’Apote
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388 1889299
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Settore:
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AP = Alberto Prestinari
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339 6347395
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MA = Marisa
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Settore:
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Silvia Galassi
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339 5953905
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RC = Roberta Cavagnaro
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Settore:
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Loredana Defendi
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339 3718937
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KAI = Kaikan
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02 45103451
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Capitolo:
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Davide Scognamiglio
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Kaikan di Milano (SGI Italia): Via Alzaia Trieste ang.
V. Marchesi, Corsico (MI) Sito della Soka Gakkai Italia: www.sgi-italia.org
(*) attivita’ da
confermare; si prega di controllare sul blog.
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"Una mosca blu se si posa sulla coda di un buon
cavallo può viaggiare per 10.000 miglia e la verde edera che si è abbarbica intorno
al possente pino può crescere fino a millepiedi". (da:
Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese di Nichiren
Daishonin).
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Email
sito: gruppocuordileone@gmail.com
blog del gruppo: gruppocuordileone.blogspot.it
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Monday, December 1, 2014
Una mosca sulla coda di cavallo.
(da: Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese di Nichiren Daishonin).
Attraverso il dialogo e l'interpretazione illuminata degli insegnamenti del Budda (saggezza, coraggio e compassione) potremo essere veri bodhsattva della terra e spargere i semi di Kosen Rufu.
Il vero amore.
"Se si scambia l'amore per evasione, l'euforia non durerà certo a lungo. Ci si ritroverà poi con problemi ancora più grandi e con un carico maggiore di sofferenza e tristezza. Per quanto ci si possa provare, non si può sfuggire a se stessi". (...) "Credo che l'amore debba essere veramente un impulso positivo, quella forza trainante che ci sprona a vivere con coraggio.(...) La felicità non è qualcosa che deriva dagli altri, neppure dal proprio innamorato. La si deve realizzare da soli e il solo modo per farlo è sviluppare il proprio carattere e le proprie capacità umane, rendendo concrete nella misura maggiore possibile le proprie potenzialità. Sacrificare all'altare dell'amore la propria crescita e i propri talenti non ha mai permesso a nessuno di trovare la felicità. Essere felici significa manifestare appieno il proprio potenziale" (...) La realtà è che l'amore ideale è possibile solo tra due persone indipendenti, mature e sincere.(...)E' avvilente cercare sempre l'approvazione del proprio partner. Una tale relazione finisce con l'essere priva di affetto, risulta superficiale e non esprime un vero amore. Se nella vostra relazione sentite dal profondo del cuore di non essere considerati come dovreste, spero abbiate il coraggio e la dignità di interrompere un rapporto così infelice. Il vero amore non si manifesta tra due persone che si soffocano a vicenda; può solo nascere tra due persone forti, sicure della propria individualità. Una persona superficiale avrà solo relazioni superficiali. Se volete provare il vero amore è importante sviluppare sinceramente una forte identità. Il vero amore non è certo fare ciò che l'altra persona vuole, o cercare di essere ciò che non si è. Se qualcuno vi ama profondamente, non vi spingerà mai ad agire contro la vostra volontà, nè vi coinvolgerà in qualcosa di pericoloso"
(Daisaku Ikeda, I protagonisti del 21° sec.)
(Daisaku Ikeda, I protagonisti del 21° sec.)
Tuesday, November 18, 2014
Il mutuo possesso dei Dieci mondi.
Il Sutra del Loto espone il mutuo possesso dei dieci mondi per rivelare che le persone comuni possono manifestare la propria Buddità così come sono, senza dover rinascere in un’altra forma o in un’altra terra. Il vero significato di percepire i Dieci mondi dentro la propria mente consiste dunque nel manifestare il mondo di Buddità che esiste nella propria vita. Per esempio, supponiamo di trovarci in una condizione senza speranza, in cui soffriamo nel mondo d’Inferno. Se percepiamo la realtà del mutuo possesso dei dieci mondi e siamo convinti che nella nostra vita esiste senza alcun dubbio la grande forza vitale della Buddità, riusciremo a superare qualsiasi situazione e infine a vincere.
Il cuore del concetto del “mutuo possesso dei Dieci mondi” è quindi che ogni condizione vitale contiene il mondo di Buddità: ciascuno di noi, in qualsiasi momento della propria vita e con qualsiasi stato d’animo, recitando Nam-myoho-renge-kyo ha il potenziale per sperimentarlo e manifestarlo. Inoltre, si ha la possibilità di comprendere meglio i sentimenti delle altre persone pensando che anch’esse sono dotate dei Dieci mondi, compresa la Buddità.
(dal sito della SGI Italia, Approfondimenti).
Thursday, November 6, 2014
Lo spirito dell'offerta.
Brano estratto da: La nuova rivoluzione umana, vol. 4, pagg. 84-89
Poco prima del 3 maggio Shin’ichi si trovava alla sede centrale di Tokyo. Assorto nei suoi pensieri, riesaminava una serie di progetti da realizzare nei mesi successivi: la Grande sala dei ricevimenti al Tempio principale e una serie di nuovi templi e centri culturali disseminati in tutto il paese. Ognuno di questi edifici aveva una sua specifica importanza per le attività della Soka Gakkai, il problema era trovare i fondi per costruirli.
Come già accaduto durante la presidenza di Toda per quanto riguardava la Sala delle conferenze, anche questa nuova costruzione si sarebbe potuta realizzare solo chiedendo ai credenti una donazione straordinaria. Ma Shin’ichi era incerto su questo punto.
Per continuare a costruire centri culturali e templi era indispensabile aumentare il numero di membri che sostenevano finanziariamente la Soka Gakkai. Ma il dubbio di Shin’ichi era che, per quanto la maggior parte dei membri stesse ottenendo evidenti benefici, pochi di costoro potevano dirsi effettivamente “fuori pericolo”. Dopotutto moltissimi avevano abbracciato la fede per risolvere problemi economici e Shin’ichi non voleva crear loro ulteriori preoccupazioni.
Ripensava a come la Gakkai si era sostenuta finanziariamente in passato. Fin dall’inizio, da quando Tsunesaburo Makiguchi aveva dato vita all’organizzazione, ogni responsabilità finanziaria era stata a carico di Toda, allora direttore generale.
Anche dopo la guerra, per ricostituirla, Toda aveva usato il proprio denaro per non gravare finanziariamente sui membri. Ma poco dopo la sua nomina a secondo presidente, molti avevano avanzato l’aperta richiesta di poter partecipare al sostentamento economico dell’organizzazione. Del resto, dato il vertiginoso ritmo di crescita, a Toda non sarebbe stato possibile far fronte a tutte le spese ancora per molto.
Le donazioni alla Gakkai rappresentano un’offerta per lo sviluppo di kosen rufu. Di fronte alle richieste dei membri, Toda si rese conto che era giunto il momento di compiere anche quel passo, mantenendo comunque un atteggiamento di estrema cautela. Era convinto che i finanziamenti per kosen rufu dovessero provenire da offerte basate su un intento puro e uno spirito sincero. Per questo impose norme molto severe circa la possibilità di effettuare donazioni. Selezionò un gruppo di settantotto persone – che riteneva affidabili sia dal punto di vista della fede sia da quello finanziario – e le incaricò del reperimento e della supervisione di tutti i fondi della Gakkai.
Il gruppo finanziamenti, costituito ufficialmente il 3 luglio 1951, crebbe rapidamente negli anni successivi, diventando un supporto insostituibile per la vita economica dell’organizzazione.
I membri che entravano a farne parte consideravano un onore poter contribuire allo sviluppo di kosen rufu con le loro offerte. Lo spirito che animava queste persone riempiva di gioia il cuore di Toda. Le offerte in denaro alla Soka Gakkai differivano dalle analoghe pratiche di offerta in uso presso altre organizzazioni, proprio perché era essenziale che fossero basate sulla fede. Coloro che contribuivano con spirito sincero, in accordo col desiderio di Nichiren Daishonin, avrebbero immancabilmente r icevuto immensi benefici. Toda avrebbe voluto offrire questa opportunità a un numero maggiore di membri, ma consapevole delle difficoltà economiche che molti di loro attraversavano aveva preferito soprassedere.
Allo stesso tempo, si rendeva conto che impedire del tutto la possibilità di contribuire sarebbe stata una mancanza di compassione.
Giunse infine a un compromesso: tutti i membri – a condizione che ciò non creasse loro problemi economici – avrebbero potuto versare un contributo per la realizzazione di opere di carattere straordinario, come il restauro della Pagoda a cinque piani o la costruzione della Sala delle conferenze. Shin’ichi si ricordò di qualcosa che Toda gli aveva detto a proposito di Tokugawa Mitsukuni (1628-1700): «Il secondo signore del feudo di Mito, che aveva fama di governante saggio e benevolente, riunì un gran numero di insigni studiosi affidando loro il compito di compilare un’esauriente storia del Giappone. Mitsukuni, comunemente noto con il nome di Mito Komon, fu protagonista di racconti popolari che lo vedevano viaggiare in incognito per tutto il paese al fine di ispezionare l’operato degli alti funzionar i dello shogunato.
Ebbene, costui scrisse il monumentale Dai Nihon shi (Grande storia del Giappone), opera che, a quanto si dice, mise a dura prova le sue risorse finanziarie. Mitsukuni era un uomo di grande virtù e di sicuro dovette angustiarlo non poco il fatto di gravare di tasse i suoi sudditi per reperire i fondi necessari.
Allo stesso modo io oggi mi trovo a incoraggiare i membri, molti dei quali sono davvero poveri, a versare un contributo in denaro perché è necessario per kosen rufu e perché in questo modo riceveranno benefici. Pur essendo certo di questo, mi sento profondamente dispiaciuto.»
Shin’ichi comprendeva ciò che il suo maestro aveva inteso dire e anche lui ora condivideva quello stato d’animo.
Eppure rimaneva il fatto che fare offerte per il Buddismo è fonte di benefici incommensurabili. Ne è esempio la storia del ricco mercante Sudatta, che fece costruire il monastero di Jetavana in offerta al Budda Shakyamuni.
Molte scritture sostengono che Sudatta si convertì al Buddismo dopo essersi arricchito, altre invece offrono una versione differente. In India c’era un uomo di nome Sudatta che viveva con la moglie. Pur essendo molto poveri, erano ferventi seguaci degli insegnamenti del Budda. Un giorno la moglie stava cucinando quel poco di riso che il marito era riuscito a procurarsi quando Aniruddha, uno dei discepoli di Shakyamuni, si affacciò alla porta porgendole la ciotola dell’elemosina.
Nel vederlo, la donna si inchinò rispettosamente e gliela riempì di riso. Subito dopo arrivarono altri discepoli del Budda, tra i quali Subhuti, Mahakashyapa, Maudgalyayana e Shariputra, ognuno porgendo alla donna la propria ciotola.
Ella offrì il suo riso a ciascuno. Infine arrivò Shakyamuni in persona e la donna, in segno di rispetto, gli offrì con gioia tutto il riso rimasto. Se il marito fosse stato presente, ella avrebbe certamente chiesto il suo consenso e lui sarebbe stato ben lieto di offrire tutto il riso ai visitatori. La donna, tuttavia, si sentiva inquieta per non aver chiesto il consenso.
Quando Sudatta tornò a casa chiese alla moglie: «C’è qualcosa da mangiare?»
Questa lo guardò negli occhi e disse: «Se il discepolo di Shakyamuni Aniruddha venisse a elemosinare alla nostra porta, gli offriresti qualcosa?»
«Naturalmente» rispose l’uomo. «Se avessi del cibo glielo cederei, anche se poi io stesso dovessi rimanere digiuno…»
La donna continuò: «E se Subhuti o Mahakashyapa o lo stesso Shakyamuni venissero qui, cosa faresti?»
«La stessa cosa. Se avessi del cibo gliel’offrirei di cuore.»
La moglie sorrise. «Shakyamuni e i suoi discepoli sono venuti davvero e io ero così felice che ho dato loro tutto il riso per il quale hai faticato tanto. Ma ero preoccupata per quello che avresti detto; sono lieta di sentire che anche tu avresti fatto come me.»
Anche Sudatta sorrise e disse: «Quello che hai fatto è meraviglioso. Di certo sradicherà il nostro karma e ci recherà fortuna.»
Si dice che il gesto di generosità della moglie e la gioia con cui Sudatta aveva approvato il suo operato fecero di lui una persona ricca e influente. Queste due figure rappresentano il sincero spirito dell’offerta che nasce da una fede pura.
Saturday, November 1, 2014
Programma di Novembre
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Gruppo Cuor di leone
Zona Affori/Bruzzano (MI)
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Settore: Cuori ruggenti - Capitolo:
Alba - Ombu: Arcobaleno - Territorio: Lombardia
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NOVEMBRE 2014
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DOM
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LUN
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MAR
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MER
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GIO
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VEN
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SAB
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30
19.00-20.00
Recita
Gruppo
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31
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1
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2
10.00-11.00
Recita Gruppo +
Preparazione
Zadankai DBD
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3
19.30
Preparazione
Esame 1 Livello
RC
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4
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5
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6
19.30-21.30
Zadankai
Cuor di
Leone
FC/DBD
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7
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8
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9
10.00-11.00
Recita Gruppo +
Preparazione
Zadankai DBD
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10
19.30
Preparazione
Esame 1 Livello
RC
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11
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12
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13
19.30-21.30
Riunione Uomini/Donne
AP/MA*
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14
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15
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16
10.00-11.00
Recita Gruppo +
Preparazione
Zadankai DBD
|
17
19.30
Preparazione
Esame 1 Livello
RC
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18
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19
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20
19.30-21.30
Zadankai
Cuor di Leone
FC/DBD
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21
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22
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23
Esame 1 Livello
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24
20-21.30
Studio
Gosho
KAI *
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25
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26
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27
19.30-21.30
Studio Gosho
AP*
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28
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30
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31
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Studio
del mese:
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Gruppo:
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FC = Fabrizio Cecchini
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335 1341063
|
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Capitolo:
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Pia Pettinicchio
|
334 9599701
|
|
Settore:
|
Enzo Buzzanca
|
339 1682998
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DBD = Daniele D’Apote
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388 1889299
|
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Settore:
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AP = Alberto Prestinari
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339 6347395
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MA = Marisa
|
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Settore:
|
Silvia Galassi
|
339 5953905
|
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|
RC = Roberta Cavagnaro
|
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Settore:
|
Loredana Defendi
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339 3718937
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KAI = Kaikan
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02 45103451
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Capitolo:
|
Davide Scognamiglio
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Kaikan di Milano (SGI Italia): Via Alzaia Trieste ang.
V. Marchesi, Corsico (MI) Sito della Soka Gakkai Italia: www.sgi-italia.org
(*) attivita’ da
confermare; si prega di controllare sul blog.
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“Quando
recitiamo Gongyo e Daimoku di fonte al Gohonzon, le funzioni positive e
negative della nosta vita iniziano a muoversi, in quanto forme manifeste
della realta’ fondamentale (...) La vita tendente alla sfortuna e all’infelicita’
si riorienta e viene spinta nella direzione opposta nel momento in cui essa
si basa sulla Legge Mistica..” (D. Ikeda)
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Email
sito: gruppocuordileone@gmail.com blog
del gruppo: gruppocuordileone.blogspot.it
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